Oggi voglio partire con un piccolo aneddoto: ricordo che una volta un mio collega, scherzando, mi disse: “Il tempo cura tutto, tranne la carie dentale!”. Aveva ragione, ma si era dimenticato di dire che la carie dentale -oltre che non guarire da sola- condivide con la malattia parodontale, la perimplantite, l’alitosi e molte altre condizioni del cavo orale un co-fattore comune: la scarsa igiene orale.

 

Ne consegue che ottenere e mantenere un’eccellente igiene orale dovrebbe essere alla base della prevenzione di tante malattie della bocca e dei denti, così da risparmiare sui costi di trattamento del dentista e in generale migliorare la salute di tutto il corpo partendo da quella della bocca.
E allora, vi domando, quanto ne sapete delle regole per una corretta igiene orale?
Come viene effettuata un’igiene orale professionale (dal dentista)

 

L’igiene orale professionale consiste di un trattamento in cui si va a ad eliminare macchie, placca e tartaro dai denti del paziente tramite appositi strumenti (manuali, sonici, ultrasonici o una combinazione di questi) e contestualmente esaminare lo stato di salute dei denti e dei tessuti circostanti. L’igiene dentale professionale non richiede anestesia, è un trattamento sicuro, non invasivo, di breve durata e assai predicibile e solitamente viene eseguita da uno specialista in igiene dentale.

E’ buona norma che l’igiene orale professionale venga ripetuta una o più volte l’anno. La frequenza va personalizzata caso per caso, sulla base della condizione iniziale, delle problematiche presenti, della risposta dei tessuti e, non ultimo, la collaborazione del paziente. In ogni caso, questa regolarità di trattamento aiuta a mantenere la bocca in salute perfetta e pertanto svolge un ruolo essenziale per il riconoscimento e la prevenzione dei disturbi dei denti e dei tessuti molli orali; una buona pulizia dei denti consente anche di evitare ulteriori problematiche in caso di malattie sistemiche (come nel caso della malattia parodontale), e la cosa non è affatto da sottovalutare date la diffusione sempre maggiore di malattie come l’ipertensione o il diabete e la ormai conclamata correlazione tra quest’ultime e la scarsa igiene orale.

Gli step di una corretta igiene orale a casa
Un buon professionista dell’igiene orale non si occupa solo di “pulire” i denti a studio, ma anche e soprattutto di istruire ogni paziente sul mantenimento domiciliare della stessa; per questo, è necessario creare un piano personalizzato per l’igiene orale indicando gli strumenti, le tecniche e i prodotti da usare a seconda delle esigenze.
In linea di massima valgono comunque le seguenti regole:
Usare uno spazzolino a setole medie/morbide senza spingere sui denti;
Spazzolare la faccia esterna ed interna di ogni dente per 2 secondi, in modo da arrivare a circa 2 minuti di tempo per l’intera dentatura;
Che sia manuale od elettrico, pulire sempre e conservare bene lo spazzolino, e non dimenticare di cambiarlo ogni 3 mesi!

Per le zone interdentali ricorrere a fili e/o scovolini; questi vanno inseriti una sola volta delicatamente tra un dente e l’altro e non di scatto, altrimenti si può danneggiare le gengive;
Usare una modica quantità di dentifricio;
Non usare collutori contenenti alcool, né prodotti disinfettanti in maniera routinaria;
Non dimenticare di spazzolare sempre anche la lingua con apposito strumento puliscilingua!
Quali strumenti utilizzare e con che frequenza per la tua igiene orale
Gli strumenti per l’igiene orale domiciliare comprendono: dentifrici, fili interdentali, scovolini, collutori, spazzolini. Questi esistono in mille versioni, colori, gusti, dimensioni e durezza, ma solo una visita accurata e una prescrizione su misura può dire quale sia la combinazione migliore per te.

In ogni caso:

• i denti vanno lavati dopo ogni pasto, quindi in media 3 volte/giorno;

• se possibile, preferire un dentifricio fluorato;

• spazzolino e strumenti interdentali richiedono un uso giornaliero mentre il collutorio no, perché a lungo può macchiare i denti o creare problemi al senso del gusto;

• il passaggio del filo/scovolino, invece, può essere ridotto a 1 volta/giorno, fermo restando che in caso di apparecchi ortodontici, protesi fisse o impianti bisognerebbe sempre tenere una frequenza maggiore.

Ricordiamo poi che l’igiene orale può essere aiutata anche con l’alimentazione: è importante evitare i cibi acidi o ricchi di zucchero -che favoriscono la proliferazione batterica- , l’alcool, che irrita le mucose, e limitare l’uso di caffè, liquirizia, verdure particolarmente colorate o vino rosso che alla lunga possono macchiare lo smalto dei denti; vanno preferiti invece cibi ricchi in fosforo, fluoro, magnesio, vitamine e minerali, che sono in grado di rafforzare denti e gengive e difenderli dalla carie e le infiammazioni.

 

 

Il granuloma, conosciuto anche come granuloma apicale, è un’infiammazione del tessuto periapicale, ossia la punta della radice del dente, causata da un’infezione. Si manifesta come una piccola formazione dalle dimensioni di un pisello, avvolta da un rivestimento fibroso che circonda la radice dentale. Durante il processo infiammatorio il tessuto connettivo, all’interno del dente, subisce una modifica e diventa granulare.
Si tratta di un’infiammazione cronica dell’apice radicolare del dente, la parte più vicina alla mascella o alla mandibola, determinata in genere da un’invasione batterica che si insidia alla radice dentale per espandersi nei tessuti circostanti fino ad arrivare all’interno del dente. In condizioni normali, infatti, l’interno del dente – che contiene una parte formata da tessuti molli, chiamata polpa – viene irrorato dal nervo vitale che difende il dente stesso dalla presenza dei batteri, la cui presenza in bocca è costante.

Origine e cause

Il granuloma è la conseguenza di un’infezione dovuta alla proliferazione di batteri nella parte terminale della radice, all’altezza del forame radicolare, attraverso il quale passano i nervi e i vasi sanguigni che nutrono il dente. Questi microbi attivano le cellule del sistema immunitario che, per impedire allo stato infiammatorio di espandersi all’intero del dente e a quelli circostanti, reagisce formando un tessuto granulare. Se il dente è sano, la proliferazione batterica è impedita dal nervo vitale del dente, che protegge la radice. Può accadere, però, che questo nervo muoia, spontaneamente o in seguito a devitalizzazioni, in questo caso l’infezione batterica si propaga dal canale radicolare al resto del dente causando l’infiammazione della polpa (pulpite) con conseguente morte cellulare (necrosi) e aumento dello stato infiammatorio.
Le cause dell’infezione possono essere: una carie profonda, trascurata, che favorisce la proliferazione batterica, l’incrinatura o la frattura di un dente, che provoca la colonizzazione dei batteri a livello della radice, la devitalizzazione, sebbene, la parte malata, sia pulita dai batteri, può rimanerne una piccola parte che si moltiplica ulteriormente in presenza di tessuti decomposti, favorendo l’insorgenza del granuloma.

Sintomi

Il granuloma dentale, quello circoscritto all’apice radicale, può rimanere silente anche per molti anni, senza quindi manifestare i sintomi che potrebbero facilitarne la diagnosi. Se trascurato, può peggiorare e dar luogo ad un ascesso con presenza di pus e forte dolore, o a suppurazione, grave infiammazione della radice con formazione purulenta, sempre associata ad un ascesso dentale acuto. In tutti questi casi può provocare sintomi molto intensi come:

Gonfiore e infiammazione gengivale
Dolore acuto e martellante
Gonfiore della guancia, dalla parte del granuloma, e mal di testa
Dolore all’occhio se il dente interessato è nell’arcata superiore

Come si diagnostica

La presenza di un granuloma si accerta con tecniche d’indagine strumentale come: la radiografia panoramica (ortopantomografia) delle arcate dentali, attraverso la quale si può visualizzare, con estrema precisione, un’area scura, in coincidenza con l’apice della radice del dente, punto esatto in cui si è formato il granuloma, la Tac dentale, conosciuta anche come TC Cone Beam, che fornisce immagini in 3D delle ossa mandibolari dei denti e dei tessuti molli del cavo orale.
Anche gli esami del sangue possono evidenziare un aumento dei valori dei globuli bianchi, VES (velocità di eritrosedimentazione) e PCR (Proteina C reattiva) che segnalano la presenza di un’infezione.

Come si può trattare un granuloma dentale

Il granuloma deve essere adeguatamente curato, le tecniche che lo specialista adotterà dipendono dalla gravità dell’infezione, dalla grandezza di questa neoformazione e dalle condizioni di base del dente.

Solitamente la devitalizzazione è il trattamento d’elezione.

Se il dente è già stato devitalizzato, è necessario ricorrere al ritrattamento canalare, cioè, si rimuove il materiale utilizzato in precedenza per un’eventuale otturazione e si prosegue con una pulizia e disinfezione dell’area radicolare. Nei casi in cui non sia possibile utilizzare questa procedura, per la presenza di protesi con corone, o di ricostruzioni dentali complesse con perni in metallo, l’unica possibilità di trattamento è l’apicectomia, asportazione chirurgica, in anestesia locale, dell’apice radicolare ove è presente il granuloma. Il vuoto lasciato dalla rimozione viene riempito con materiale sostitutivo biocompatibile. Quando il granuloma si presenta più volte, per risolvere definitivamente il problema, si procede con l’estrazione del dente ed una pulizia adeguata.

Il granuloma è una patologia dell’apparato dentale da non sottovalutare perché se trascurato, può infettare le zone circostanti creando problemi più severi, per questo è importante rivolgersi sempre ad un centro dentistico specialistico per un corretto trattamento, diversamente il quadro clinico non si risolve spontaneamente.

Per prevenire il granuloma c’è solo un modo: rispettare scrupolosamente le quotidiane norme di igiene dentale, sottoporsi a controlli regolari presso il proprio dentista di fiducia e, quando consigliato, al controllo radiologico mediante rx endorali.

 

 

Le protesi dentarie servono a riabilitare le funzioni orali dei pazienti affetti da edentulia, cioè mancanza di denti, parziale o totale, mediante la sostituzione dei denti naturali con elementi dentari artificiali.
Alcuni tipi di interventi protesici possono essere utilizzati per correggere anomalie funzionali oltre che estetiche di forma, colore o posizione dei denti naturali.

Tipologie di protesi dentarie: fisse o mobili

Si possono distinguere diverse tipologie di protesi dentali:
• Protesi fisse: la protesi fissa sostituisce gli elementi dentari naturali con protesi definitive e stabili. Le componenti sono faccette, corone o ponti cementati a pilastri di sostegno naturali, quindi non rimovibili dal paziente.
• Protesi mobili: la protesi mobile è utilizzata per sostituire una parte o l’intera arcata dentaria. Può essere rimossa dal paziente per eseguire le ordinarie manovre di igiene quotidiana.

La protesi mobile può essere:
• Parziale: cioè ancorata tramite ganci ai denti naturali residui o attacchi ad elementi naturali o artificiali. Di solito è formata da una struttura metallica che prende il nome di scheletrato. La presenza di attacchi metallici consente di ottenere un miglior livello di stabilità funzionale e masticatoria e richiede la necessaria protesizzazione di uno o più elementi dentari dove si inseriscono gli attacchi dello scheletrato.
• Totale: in mancanza di denti o radici naturali residui, la protesi totale in resina, chiamata anche dentiera, sostituisce una o entrambe le arcate dentarie poggiando unicamente sulle mucose e sull’osso del paziente. La stabilità della protesi è compromessa dal graduale riassorbimento osseo e l’efficacia masticatoria è ridotta rispetto ad altre soluzioni protesiche. Tuttavia la protesi totale rappresenta ancora al giorno d’oggi una soluzione più economica e meno complessa per ripristinare le funzioni orali del paziente.

L’utilizzo di materiali innovativi, come compositi e ceramiche, garantisce la validità funzionale, anallergica ed estetica del risultato.

Protesi combinata

La protesi combinata serve a ripristinare l’efficacia dell’arcata dentaria mediante il supporto di denti o impianti in titanio osteointegrati.
Questa protesi è rimovibile ma fissata e resa stabile da dispositivi di ancoraggio che ne assicurano una funzionalità a lungo termine.
Questo dispositivo, fissandosi a perni artificiali, offre il vantaggio di non scaricare la forza masticatoria sui denti residui, minandone progressivamente la salute e la stabilità, come avviene nel caso della protesi parziale o scheletrato.
È possibile rendere migliore la stabilità delle protesi mobili con interventi miniinvasivi, effettuabili anche in pazienti molto anziani e/o con problemi fisici. In questi casi vengono utilizzate tecniche implantologiche a cielo chiuso, senza lembi, non traumatiche e mininvasive.
Queste metodiche consentono di migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti più anziani annullando gli stress psico-fisici da intervento.

Protesi fissa su impianti: cos’è?

La tecnica degli impianti prevede la sostituzione di singoli elementi dentali o intere arcate dentarie mediante l’inserimento chirurgico di pilastri in titanio ai quali i denti vengono ancorati in modo definitivo.
Questi sostegni artificiali integrati nell’osso mandibolare o mascellare consentono di preservare la salute dei denti ancora presenti e garantire una completa stabilità.
L’implantologia rappresenta oggi la migliore soluzione per una riabilitazione funzionale ed estetica della masticazione.

Protesi su impianti avvitata o cementata

La protesi su impianti può essere avvitata o cementata. Entrambi i sistemi di fissaggio sono molto efficaci e vengono scelti in funzione delle diverse situazioni cliniche che si presentano al professionista.
La rimovibilità della protesi su impianti è una grande opportunità che va mantenuta attraverso la cementazione provvisoria e la fissazione della protesi mediante microviti. In ogni momento può essere richiesta la rimovibilità transitoria del manufatto protesico dato che questi sistemi di fissazione lo permettono.

Faccette dentali

L’applicazione di faccette in porcellana sui denti naturali anteriori è la tecnica che permette di correggere gli inestetismi. Questi possono essere causati da fratture, anomalie di forma e dimensione, difetti di posizione (come un eccessivo spazio fra i denti) o alterazioni di colore.
Le faccette sono costituite da un sottile strato di porcellana incollato sulla superficie visibile del dente. Questo tipo di intervento, minimamente invasivo, è in grado di offrire un risultato estetico eccellente, duraturo e stabile nel tempo.
L’ausilio dello zirconio e della ceramica integrale permette di aumentare la traslucenza dei manufatti protesici ottenendo risultati estetici di assoluta naturalezza.
Gli intarsi in ceramica o composito permettono a loro volta di sostituire anche le obsolete otturazioni in amalgama offrendo garanzie di biocompatibilità e un’ottima resa estetica.

 

 

L’implantologia dentale permette di sostituire uno o più elementi dentari persi con “radici artificiali” in titanio le quali, mediante un processo biologico che prende il nome di osteointegrazione, consentono l’applicazione di una protesi fissa.

Cos’è un impianto dentale?
Un impianto dentale è una piccola vite in titanio che viene progettata per sostituire la radice di un dente naturale che è venuto a mancare. Viene quindi inserito nell’osso in cui prima c’erano i denti naturali.
Gli impianti, costituiti solitamente da materiale di tipo metallico (titanio), sono composti sostanzialmente da tre elementi:

• La vite endossea, che mima di fatto la funzione della radice del dente andato perso;

L’abutment, che funge da raccordo tra la vite e la protesi che andrà a sostituire il dente;

• La protesi dentaria, che serve per sostituire il dente andato perso. Può essere costituita da diversi materiali che possono anche essere rivestiti da ceramica o da materiali resinosi.

Gli impianti dentali si integrano perfettamente con l’osso e diventano un buon punto di ancoraggio per il dente sostitutivo, grazie alla biocompatibilità del titanio.

Come sostituire un dente mancante?

Ci sono tre modalità di trattamento per sostituire un dente singolo: protesi, ponte e impianto. Vediamoli uno per uno:

1. Protesi dentale parziale rimovibile: si tratta di protesi definite “ad appoggio mucoso”. In questi casi, infatti, la protesi appoggia sui tessuti molli del cavo orale senza essere ancorata in modo fisso e, pertanto, può essere facilmente rimossa.

2. Ponte dentale sui due denti contigui limati: la protesi in questo caso risulta adesa strettamente (tramite l’utilizzo di cementi adesivi) ai denti che costituiscono i cosiddetti “elementi pilastro” del ponte.

3. Impianto dentale che fornisce il supporto per una corona fissa in ceramica. Solitamente la corona protesica viene avvitata sull’impianto: ciò permette ovviamente di poter rimuovere facilmente la protesi in caso di necessità.

Una volta le prime due soluzioni erano quelle più utilizzate, invece ora sono state sostituite nella maggior parte dei casi dall’implantologia.
La mancanza di diversi denti può essere invece risolta posizionando alcuni impianti dentali in punti strategici in maniera tale che si trasformino in pilastri necessari alla realizzazione di un ponte dentale fisso. Tale metodica permette di ridurre i costi del trattamento in quanto limita il numero degli impianti dentali da inserire.

Il trattamento di Implantologia è doloroso?

Non è un trattamento doloroso in quanto, al momento dell’inserimento dell’impianto dentale, al paziente viene fatta l’anestesia locale per ridurre ogni possibilità di disagio.
Vengono utilizzati anestetici appositamente sviluppati per la chirurgia orale, questi sono molto efficaci e il paziente non avverte alcun dolore.
Nel caso in cui il paziente fosse particolarmente ansioso possono essere somministrati degli ansiolitici.
In seguito al trattamento chirurgico verranno prescritti tutti i farmaci necessari al fine di controllare efficacemente l’insorgenza del dolore post- operatorio.

Se non c’è abbastanza osso?

La presenza di una idonea quantità di osso è necessaria per garantire la stabilità dell’impianto: se l’osso è insufficiente, infatti, l’impianto non può osteointegrarsi (ossia fondersi con l’osso) e questo potrebbe portare alla perdita dell’impianto stesso.
È tuttavia possibile ovviare a questa problematica. Si potrebbe procedere con l’esecuzione di un intervento di rigenerazione ossea: in questo caso il medico dentista utilizzerà del materiale biocompatibile appositamente studiato per favorire la crescita e la deposizione di nuovo tessuto osseo.
Se ciò però non è possibile, ecco che possono venire in aiuto la tecnologia e l’innovazione!
Infatti, sono state recentemente sviluppate delle nuove tecniche che consentono il posizionamento di impianti anche con un supporto osseo che con le metodiche di implantologia tradizionale non sarebbe considerato sufficiente. Nello specifico si tratta di:

• Impianti a diametro ridotto: sono impianti che ovviamente presentano un diametro più piccolo di quelli “normali”. Sono particolarmente indicati nei settori estetici, ossia quelli anteriori.

Mini impianti: si tratta di impianti caratterizzati da una lunghezza notevolmente inferiore rispetto a quelli tradizionali. Essendo più corti, questi impianti necessitano di una quantità di osso inferiore per il loro posizionamento e quindi possono essere effettuati anche con un supporto osseo non ottimale.

• Quali sono le fasi dell’Implantologia?

ANALISI PRELIMINARE

È necessario effettuare una visita che consentirà, in seguito a radiografie, calchi in gesso e fotografie, di effettuare un’analisi preliminare accurata.
In seguito a questa prima analisi si valuterà se è possibile effettuare un trattamento di implantologia dentale.

PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO DI IMPLANTOLOGIA

Nella fase di preparazione, il dentista vi farà accomodare in un ambiente sterile, dove sarete preparati all’intervento. Vi sarà somministrato un anestetico locale e in seguito si procederà all’inserimento dell’impianto dentale.
Vi saranno poi fornite la terapia e le raccomandazioni per i sette giorni successivi all’intervento.
Dopo quanto tempo verrà consegnata la protesi provvisoria?
L’inserimento della protesi dentaria provvisoria può avvenire dopo qualche mese, se è a carico ritardato, o subito se a carico immediato. Quali sono le differenze?

IMPIANTI A CARICO DIFFERITO

La terapia si svolge in due fasi. Si ha innanzitutto l’inserimento nell’osso degli impianti dentali in titanio. All’estremità dell’impianto dentale viene posizionata una vite di guarigione che affiora alla superficie della gengiva e chiude la parte cava dell’impianto.
La seconda fase prevede un tempo di attesa variabile, che può andare dai tre ai quattro mesi: questo lasso di tempo è necessario per permettere all’impianto dentale di osteointegrarsi e quindi di stabilizzarsi all’interno dell’osso.
Alla fine del periodo di osteointegrazione si rimuove la vite di guarigione e si avvita quella che sarà la protesi definitiva.

IMPIANTI A CARICO IMMEDIATO

L’ implantologia a “carico immediato” consiste nell’ inserimento contemporaneo degli impianti dentali e della corona protesica provvisoria. Per essere definito “immediato” il posizionamento della protesi provvisoria dovrà avvenire entro 36 ore dall’inserimento dell’impianto.
La protesi provvisoria verrà mantenuta in sede per circa 34 mesi. Trascorso questo tempo, necessario per la guarigione di tutti i tessuti che sono stati oggetto di intervento, verrà posizionata la protesi definitiva.
Il carico immediato è frequentemente utilizzato nella tecnica “All on Four”. Questa metodica, di recente introduzione, consiste nell’inserimento di quattro impianti che, posizionati in siti strategici e accuratamente studiati, permettono la riabilitazione di pazienti edentuli – ossia senza denti – in una o entrambe le arcate.

Come si sentirà il paziente dopo il trattamento di implantologia?

Dopo l’intervento è la prassi riportare qualche livido e gonfiore a livello di gengive e tessuti molli. Questi disturbi sono generalmente controllati da un normale analgesico abbinato a una terapia antibiotica.
Tra gli analgesici/antinfiammatori i farmaci più indicati sono paracetamolo, ketoprofene ed ibuprofene. Ricorda sempre di non abusarne, perché come qualsiasi altro medicinale possono dare effetti collaterali. Assumili quindi solo al bisogno e possibilmente dopo i pasti. Devi sapere, però, che, se l’intervento è stato attentamente studiato ed eseguito in maniera corretta, l’utilizzo di analgesici potrebbe addirittura non essere necessario.
Per quanto riguarda gli antibiotici, è assolutamente necessario che tu segua attentamente le prescrizioni del dentista. In questo modo eviterai l’insorgenza di eventuali infezioni che potrebbero compromettere la salute dei tuoi impianti.

 

 

Le gengive sane non sanguinano, quindi vedere del sangue quando ci si lava i denti o si usa il filo interdentale potrebbe essere uno dei primi segnali di disturbo gengivale. Necessita parlare con il dentista se dovesse capitare di vedere del sangue.
Il sanguinamento gengivale è un disturbo che si manifesta con una perdita di sangue dalle gengive, lo strato di tessuto epiteliale e connettivale che riveste il colletto dei denti e costituisce una parte molto importante delle arcate due dentarie, superiore e inferiore.
Solitamente il sanguinamento delle gengive è causato dalla presenza di placca dentaria o di infiammazioni della gengiva che provocano patologie strettamente connesse alle gengive, come la gengivite (infiammazione delle gengive) e la parodontite (infiammazione del complesso dei tessuti di sostegno di denti e gengive, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare).

Sono numerose le possibili cause legate al sanguinamento delle gengive: non corrette abitudini di igiene orale, lavarsi i denti troppo spesso, troppo energicamente o non abbastanza, o l’assunzione di determinati medicinali. Spesso, tuttavia, il sanguinamento delle gengive può essere provocato dall’accumulo di placca batterica sulle superfici dei denti e negli spazi interdentali. A meno che non vengano rimossi (di solito con lo spazzolino) questi batteri possono irritare le gengive, causando il sanguinamento gengivale.
Il sanguinamento delle gengive è spesso accompagnato da altri sintomi a carico delle gengive come arrossamento, gonfiore, dolore e ipersensibilità (al caldo, al freddo e all’acido), oltre alla mobilità dei denti.
Le patologie che possono risultare associate al sanguinamento delle gengive sono le diverse:

Diabete
• Disturbi della coagulazione
• Gengivite
• Disturbi Alimentari
Scorbuto
• Parodontite
• Più raramente, Leucemia

Il cavo orale, come le altre mucose del corpo in continuità con l’ambiente esterno, è colonizzato da diverse specie batteriche che tramite un perfetto equilibrio tra di loro, rappresentano la prima linea di difesa contro i patogeni. Tra le principali patologie determinate da una disbiosi (composizione dell’ecosistema batterico intestinale) del cavo orale troviamo la carie e la parodontite.

Nella prevenzione e nella cura della malattia parodontale giocano un ruolo fondamentale quelle terapie che vanno ad agire sulla quantità e la qualità della placca come la pulizia dei denti professionale eseguita da personale qualificato (come igienisti dentali e/o parodontologi) secondo protocolli ben definiti, l’igiene orale domiciliare eseguita dal soggetto presso la propria abitazione con l’ausilio di spazzolini specifici per la morfologia della bocca del soggetto, filo interdentale, stimolatori gengivali, scovolini in setole o in gomma, collutori a base di clorexidina (in concentrazioni variabili in base al caso clinico), antibiotici locali e/o sistemici per un tempo variabile e specifico per ogni caso clinico, pulisci lingua. Inoltre terapie con vitamina C come integratore alimentare, probiotici per influenzare la crescita di colonie batteriche patogene e dietoterapia specifica.

Alcuni comportamenti virtuosi possono essere messi in pratica per salvaguardare la salute delle gengive, prevenendo la comparsa di arrossamenti, sanguinamenti e Gengiviti e Parodontiti: molto importante è una corretta igiene orale quotidiana che preveda l’uso di uno spazzolino a setole morbide almeno due volte al giorno e una corretta modalità di spazzolamento, uniti all’uso di un collutorio e dentifricio specifici. Evitare di fumare e di bere alcol, inoltre, aiuta le gengive a stare in salute. Si consiglia infine di non sottovalutare mai le prime avvisaglie di disturbi alle gengive: anche se i sintomi possono essere lievi e non provocare particolari fastidi, in caso di sanguinamento – anche se lieve – è bene chiedere un consulto al proprio medico, che saprà consigliare sul da farsi. Importante è sapere che le gengive in situazioni fisiologiche non dovrebbero mai sanguinare: neanche il minimo sanguinamento deve essere considerato “normale”.

 

 

Lo spazzolino elettrico ha esordito sul mercato una cinquantina d’anni orsono: oggi, ha conquistato appieno un ruolo di prestigio tra gli strumenti dedicati all’igiene dentale casalinga.
Lo spazzolino elettrico è molto più di un semplice frutto della propaganda mediatica moderna: si tratta di un dispositivo elettrico in grado di rimuovere efficacemente placca e residui di cibo imprigionati tra dente e dente, riducendo al minimo il rischio di carie ed altre infezioni del cavo orale. Malgrado nessuno strumento casalingo, manuale od elettrico, possa sostituirsi all’igiene dentale professionale (detartrasi), una corretta ed impeccabile pulizia quotidiana rappresenta sicuramente un gesto corretto per i denti, e rimuovere i batteri responsabili della placca.

I vantaggi legati allo spazzolino elettrico sono molti. Con uno spazzolino elettrico, grazie all’oscillazione della testina che provoca una leggera vibrazione, sarà possibile, pulire molto bene i denti e in profondità per rimuovere placca e tartaro, ed è possibile addirittura realizzare un lieve massaggio alle gengive con il quale sarà più semplice una pulizia professionale e approfondita.
Lo spazzolino manuale è il predecessore di quello elettrico per la cura orale.
La testina degli spazzolini può essere a setole morbide, medie o dure, da scegliere in base alla dentatura. Ci sono testine con le setole a diverse altezze in maniera tale da penetrare più facilmente nelle zone interdentali, dove vanno a insediarsi i residui di cibo, che potrebbero creare eventuali carie.
Scegliere tra spazzolino elettrico o manuale non è una cosa semplice. Entrambi, infatti, hanno i propri benefici per lavarsi i denti.

Lo spazzolino manuale è molto comodo per andare a pulire zone delicate, soprattutto in seguito a operazioni di estrazioni o protesi dentali. Dopo che si è subita una operazione, si è soliti utilizzare lo spazzolino manuale e non quello elettrico per pulire senza rischiare di far saltare eventuali punti. Grazie alla vasta gamma di setole e i prezzi contenuti, è possibile acquistare più spazzolini per ogni disturbo o esigenza.
D’altro canto, lo spazzolino elettrico ha tantissimi vantaggi. Riesce a pulire davvero bene e in profondità ed è perfetto anche per chi è un po’ pigro: utilizzare lo spazzolino elettrico permette di abbreviare i tempi della pulizia. Passando l’apparecchio all’interno della propria bocca non si dovrà faticare con tecniche di spazzolamento a mano, e in pochi minuti il cavo orale sarà sanificato e basterà semplicemente passare il colluttorio.
La differenza maggiore tra spazzolino manuale ed elettrico è a livello di cura e prevenzione. Secondo alcuni studi si hanno meno possibilità di contrarre patologie legate alla cura orale per chi utilizza spazzolini elettrici rispetto a quelli manuali.

È consigliato il cambio delle setole almeno ogni 2-3 mesi sia per quanto riguarda lo spazzolino elettrico, sia per quello manuale.
A prescindere dal tipo di spazzolino che si sceglie è bene ricordare che va usato anche lo scovolino, molto utile per pulire la zona del solco gengivale, dove vanno a depositarsi i residui del cibo che potrebbero creare eventuali carie.
Per i più piccoli, dalla formazione dei primi dentini, fino almeno all’età prescolare è consigliato l’utilizzo dello spazzolino manuale.
È importante, infatti che i bambini possano imparare delle tecniche per lavarsi i denti e soprattutto comprendano il tempo che va dedicato alla cura della salute della persona. È bene che stiano, quindi, davanti allo specchio per 5 minuti a spazzolare con dedizione ogni singolo dente.
Quando i bambini saranno già un poco più grandi, in età scolare, potrebbe succedere che non abbiano voglia di lavarsi i denti e di stare qualche minuto ad occuparsi della propria cura orale. In questo caso, verrà in aiuto lo spazzolino elettrico.

Molto importante è pulire la lingua, è una tecnica poco utilizzata che può portare i benefici alla salute della propria bocca.
Il vantaggio immediato della pulizia linguale, chiamata anche brushing, è il miglioramento di problemi legati all’alitosi.
Basta posizionare lo spazzolino con setole molto morbide sul fondo della lingua e procedere venendo verso la punta. Questo tipo di procedimento è realizzabile sia con lo spazzolino manuale che con quello elettrico.
Se si è particolarmente sensibile, è consigliato l’utilizzo dello spazzolino manuale in maniera da gestire da solo la velocità e la tipologia di movimento più adatta. Solitamente negli spazzolini manuali, la parte retrostante della testina è adibita alla pulizia della lingua.
Se invece ritieni un po’ fastidiosa questa pulizia, utilizza uno spazzolino elettrico e in una sola passata avrai una lingua pulita.

 

 

Le promozioni che inondano il web sono allettanti, promesse di tariffe odontoiatriche stracciate e risultati eccellenti. Ma la realtà è un’altra cosa. Un listino prezzi economico, infatti, può nascondere insidie che il paziente non sempre è in grado di individuare.
Allora che fare, come abbinare cura dei denti e risparmio reale? Semplice: affidarsi a un dentista onesto che ti proporrà soltanto gli interventi davvero utili per la salute della bocca.
Possono esistere Dentisti economici ?
La risposta è si e anche molto bravi e onesti, tuttavia bisogna fare attenzione e precisazioni, altrimenti il low cost potrebbe costare molto caro.
Forti di queste convinzioni, si potrebbe affermare che più che il low cost sarebbe preferibile l’Odontoiatria “Solidale”, cioè raccogliere tutti gli sforzi e le attenzioni per mantenere cure odontoiatriche a costi bassi per tutti.

Ciò non significa che la qualità dei materiali che si utilizza sia di scarso valore o che l’accuratezza nel curare i pazienti sia poca. Odontoiatria solidale vuol dire alti standard di qualità al miglior prezzo.
A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea: come si fa a mantenere alta qualità a prezzi bassi?
La risposta è immediata: col tempo e grazie all’onestà di ogni professionista che costituisce l’equipe di lavoro e affidandosi ad una rete di fornitori che consente di acquistare materiali di altissima qualità a prezzi contenuti, lavorando con efficienza e professionalità.
I dentisti migliori hanno un’etica e una professionalità che si traducono in competenza e accuratezza delle prestazioni odontoiatriche, e non hanno bisogno di “gonfiare” le diagnosi per riempire lo studio. Un dentista onesto rispetta i suoi pazienti, e consiglia sempre i trattamenti che davvero rispondono all’interesse del paziente, anche economico.
Il Dentista Low Cost o meglio “Solidale”, si sviluppa per contrastare il fenomeno del Turismo Dentale ovvero di quel fenomeno che ha portato tanti italiani a rivolgersi ai dentisti all’estero, per risparmiare sugli interventi necessari, e per avere la possibilità di ricevere cure dentistiche nei confini nazionali a prezzi privilegiati.
I prezzi bassi dei dentisti all’estero sono dovuti essenzialmente alle tasse ed ai costi più bassi rispetto all’Italia.



 

Questo permette alla clinica all’estero di contenere i costi per gli impianti dentale e protesi che sono notoriamente i lavori maggiormente costosi.
Se da un lato il Dentista Low Cost sembra quindi colmare l’esigenza del paziente italiano che non può permettersi di pagare il costo delle terapie, dall’altro ci sonoo molti dubbi sull’utilizzo di materiali di qualità inferiore per garantire prezzi al ribasso.
D’altronde è una logica di mercato: Privilegiare la quantità a scapito della qualità. E cosi come in ogni settore del quotidiano: a prezzi troppo bassi spesso corrisponde una qualità bassa.
Altri fattori determinanti per il risparmio in Italia sono collaboratori low cost cioè neolaureati pagati poco che hanno appena cominciato a lavorare nell’odontoiatria, Materiale economico, Diagnosi non sempre corrispondenti alla realtà.
Per tutto questo sarebbe più opportuno recarsi da un Odontoiatra “Solidale”.
Se si quindi cerca un dentista bravo e si vuole la tranquillità di una diagnosi reale, meglio affidarsi a odontoiatri affermati e di lunga esperienza, sottoponendosi esclusivamente ai trattamenti necessari nel momento in cui sono necessari. Perché spendere anche solo pochi euro per un trattamento inutile è comunque uno spreco di denaro, evitarlo invece è l’unico, vero risparmio!


 

L’angoscia che spesso si cela dietro l’estrazione di un dente del giudizio è un dato di fatto.
Nel corso dell’articolo cercheremo di capire perché è vantaggioso sottoporsi ad un’estrazione del dente del giudizio anche in assenza di patologie in atto.
L’estrazione dei denti del giudizio (detta anche avulsione) può essere eseguita a fini preventivi o curativi. Nel primo caso, un dente del giudizio può essere rimosso per salvaguardare la corretta posizione ed il giusto allineamento degli altri denti, minimizzando il rischio di malocclusione dentale e denti storti.
A scopo terapeutico, invece, l’estrazione dei denti del giudizio si rivela inevitabile in alcune circostanze quali:

• Affollamento dentale
• Corrosione del dente adiacente: un dente del giudizio, ancora incluso nella gengiva, spinge contro le radici del dente adiacente, creando problemi tali da richiedere un’estrazione
• Grave infezione al dente, carie, pulpite, ascesso dentale o granuloma al dente del giudizio
• Inclusione del dente tale da creare problematiche quali l’infiammazione gengivale causata dal mal posizionamento di un dente del giudizio
• Pericoronite dentale: un dente del giudizio parzialmente erotto può dar luogo ad un’infiammazione gengivale acuta molto fastidiosa e dolorosa

 

Anche se relativamente semplice, l’estrazione di un dente del giudizio è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e come tale richiede una certa preparazione preliminare.
La visita specialistica del cavo orale supportata dallo studio radiografico permette al medico di valutare con precisione assoluta la posizione e la salute del dente del giudizio.
Prima di procedere con l’intervento, è necessario – nonché indispensabile – rivolgere sempre al dentista tutti i dubbi, le preoccupazioni e le incertezze. Si raccomanda d’informare sempre il medico in presenza di allergie a farmaci o materiali (es. allergia al lattice, allergia al nichel), malattie (pregresse od in corso) ed un eventuale stato interessante (gravidanza presunta o in atto). Inoltre, è altrettanto importante riferire al dentista se si stanno assumendo farmaci per la cura di una data malattia.
Dopo l’estrazione di un dente del giudizio, la velocità di recupero è strettamente legata al grado di difficoltà dell’intervento: estrarre un dente del giudizio incluso (non ancora spuntato), per esempio, può talvolta risultare più problematico rispetto alla rimozione di un dente completamente erotto.

Riepilogo dei sintomi più comuni dopo l’estrazione di un dente del giudizio
o Dolore: può persistere anche per alcuni giorni
o Edema/Gonfiore (durata 1-5 gg)
o Sanguinamento gengivale (durata max. 24 ore)
o Alveolite post-estrazione (dopo 3-4 gg dall’intervento)
o Infezione
o Temporanea perdita di sensibilità del labbro e della lingua

Oltre alla tensione che accompagna puntualmente l’estrazione di un dente del giudizio, ciò che terrorizza la stragrande maggioranza dei pazienti è il periodo immediatamente successivo all’intervento.

Cosa fare… nelle 24 ore successive all’intervento:

intanto molto importante è seguire attentamente la terapia medica prescritta;
•Seguire una dieta morbida e tendente al freddo;
•Bere molti liquidi per evitare la disidratazione
•Evitare alimenti troppo caldi, eccessivamente freddi od acidi

Cosa non fare

•Bere alcolici
•Fumare/masticare tabacco
•Risucchiare nel sito dell’estrazione: un simile comportamento dilata i tempi di guarigione della ferita ed aumenta il rischio d’infezione
•Toccare la ferita con le mani, specie se sporche (le mani sono fonte di batteri)
Praticare sport od altre attività fisiche pesanti nei tre giorni dopo l’estrazione di un dente del giudizio

 

 

 

Si sa, un medico non finisce mai di studiare e di imparare. Non solo perché ci sono nuove terapie, si evolvono le tecnologie, i materiali e la normativa, la scienza medica progredisce: se cambia il contesto in cui operiamo, deve cambiare anche il nostro modo di comunicare.

L’Unione Nazionale Consumatori ha dato alcuni consigli per aiutare a scegliere bene a chi rivolgersi per le proprie cure dentali e prevenire possibili problemi:

  1. Professionista qualificato. Competenza e professionalità sono il requisito più importante. Anche se si tratta di otturare un dente, è bene rivolgersi ad un professionista qualificato. Se poi si tratta di rimediare a problemi più seri, se ci indirizziamo alla persona sbagliata rischiamo di spendere e non risolvere, o peggio ancora, aggravare la situazione. Quindi il primo passo, prima ancora di recarsi nel suo studio privato, è accertare che sia un dentista regolarmente iscritto all’ordine dei medici e degli odontoiatri contattando l’ordine o inserendo il suo nominativo sul sito internet della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, alla voce ricerca anagrafica (https://portale.fnomceo.it).
  2. Competente e bravo. La qualità della prestazione è tutto. Difficile poter sapere, però, se il dentista è effettivamente bravo fino a che non lo si sperimenta su se stessi. Il classico passaparola, insomma, è uno dei possibili criteri preventivi, anche se è condizione non certo sufficiente. Spesso le esperienze dei pazienti sono diversificate e contrastanti.
  3. Locali accoglienti e idonei. L’aspetto non garantisce e non è indicativo della qualità della prestazione, anche se potrebbe essere un indizio utile per capire la poca serietà del professionista. Una targa esterna essenziale che informa è certo meglio di una mira a fare pubblicità. Locali di attesa e arredi puliti e confortevoli, idonei all’uso, sono ovviamente migliori di locali sporchi, che non sono certo indicativi di professionalità. Anche le attrezzature a disposizione dello studio ed i materiali usati potrebbero teoricamente essere un indice della qualità della prestazione, ma difficilmente sarete in grado di capire quali macchinari sono significativi per questa valutazione e quali no, quali sono moderni e quali superati. Stesso discorso per le tecniche e le terapie.
  4. Sicurezza ed igiene. Non si tratta solo di pulizia. Gli strumenti utilizzati dal dentista o sono monouso (il kit per la visita, sterilizzato ed imbustato, va aperto davanti al paziente) e vanno sostituiti dopo il trattamento di ogni cliente oppure vanno sterilizzati in autoclave. Controllate che il medico indossi guanti e mascherina prima di agire.
  5. Fiducia. E’ importante che il dentista ci ispiri fiducia, ci metta a nostro agio, crei un clima di serenità, anche perché abbiamo il terrore di sentire dolore non appena il trapano entra in bocca. E’ bene, poi, che sia attento, meticoloso e trasparente.
  6. Informazione e dialogo. Vogliamo un dottore che ci parli e ci spieghi in modo semplice e chiaro come stanno i nostri denti, quello che vuole fare e perché, con i rischi e le possibili conseguenze, nel rispetto dell’autonomia di scelta del paziente. Un medico che ci interroghi e si informi della nostra salute e della nostra igiene orale quotidiana e poi ci dia i giusti consigli, dato che la prevenzione ha la sua importanza. La comunicazione, insomma, è importante, anche per instaurare un rapporto di fiducia.
  7. Preventivo. Chiedi sempre un preventivo scritto, chiaro e dettagliato. Se l’odontoiatra tergiversa ed è impreciso, meglio cambiare aria. Chiedete poi spiegazioni in caso di dubbi.
  8. Chiedete più preventivi e più pareri. Specie se l’intervento è costoso o la prestazione complicata, è bene chiedere il parere di più dentisti, esattamente come facciamo quando ci dicono che dobbiamo fare un intervento chirurgico. Diffidate, comunque, di prezzi eccessivamente bassi, irrisori e fuori mercato, che possono nascondere materiali scadenti o altre insidie. Attenzione ai dentisti che si fanno pagare anche solo per il preventivo.

 

A questi otto punti vanno ovviamente aggiunti quegli elementi che immediatamente il paziente nota, anche senza i consigli di un dentista: lo studio dovrebbe essere facile da raggiungere, gli orari vanno rispettati, i costi devono essere adeguati alla qualità del lavoro.

Riassumendo, per riconoscere uno studio dentistico di qualità e non avete le competenze per valutarlo dal punto di vista tecnico:

  • fate domande e ricercate chiarezza e disponibilità nelle risposte. Chi si impegna per la qualità non ha nessun problema ad essere trasparente
  • non vi fate scrupoli nel chiedere il certificato d’iscrizione all’ordine o di vedere come avviene la sterilizzazione. Il dentista non le considererà richieste inopportune, è un vostro diritto
  • ricordatevi che attorno ai denti c’è un essere umano. Verificate che il dentista si prenda cura della vostra salute in senso globale
  • non si è solo pazienti, ma PERSONE. Oltre a gestire la terapia, lo studio dentistico deve prendersi cura del vostro confort, mettervi in condizione di capire quello che sta succedendo e di fare scelte consapevoli, indicare chiaramente i costi e assistervi nei pagamenti.

 

 

Con denti sensibili si intende l’ipersensibilità dei denti, nota anche come ipersensibilità dentale, che è essenzialmente un dolore acuto a uno o più denti.

Questo disturbo è dovuto al fatto che le terminazioni nervose che si trovano sotto lo smalto e alla base delle gengive, si sono scoperte e sono più esposte a essere sollecitate da agenti esterni, quali cibi e bevande.

 

Quindi Con sensibilità dentale si intende quella sensazione di fastidio o dolore che si avverte quando i denti reagiscono ad uno stimolo esterno: termico, chimico o tattile.

La causa della sensibilità dentale è l’esposizione della dentina, la struttura portante del dente che racchiude la polpa ed è attraversata da tubuli che contengono fibre nervose.

Alcuni fattori possono causare la scopertura della dentina e il conseguente dolore:

  • Fattori traumatici abrasivi, come lo spazzolamento errato
  • Fattori erosivi, come sostanze acide che entrano in contatto coi denti
  • Fattori patologici, come la malattia parodontale

 

Abrasioni: causate da scorretto spazzolamento durante l’igiene orale quotidiana. Per spazzolare correttamente bisogna evitare di utilizzare una forza eccessiva o una tecnica errata. Inoltre è necessario prestare attenzione nella scelta dei prodotti come spazzolini e dentifrici: i primi devono essere di ottima qualità e i secondi non devono avere effetto abrasivo.

Erosioni: causate da eccessivo consumo di alimenti e bevande acide come succhi di frutta, spremute, agrumi, yogurt, bibite gassate.

Parafunzioni: ad esempio il bruxismo, che portano all’esposizione del tessuto dentinale

Iatrogene: effetto collaterale di alcuni trattamenti odontoiatrici come sbiancamenti professionali scorretti, terapie errate.

La sensibilità dentale è caratterizzata da un dolore difficilmente localizzabile su uno o più denti in assenza di carie. Questo dolore può essere avvertito anche a causa di stimoli che generalmente non generano problemi come bevande o cibi freddi, contatto con sostanze agrodolci, sollecitazioni tattili o addirittura per la sola aria aspirata dalla bocca.

È innanzitutto raccomandata una visita dal dentista che, in questo modo, potrà individuare la causa ed escludere eventuali patologie più complesse.

 

Le terapie professionali variano in base alla gravità dell’ipersensibilità e prevedono l’utilizzo di principi attivi volti a contrastarne la comparsa attraverso il sigillo dei tubuli dentinali.

Ci sono inoltre delle terapie domiciliari che prevedono l’impiego di dentifricie collutori per denti sensibili a base di nitrato di potassio e fluoruro stannoso.

 

Le raccomandazioni del dentista per portare avanti correttamente la terapia a casa sono:

  • Curare l’igiene orale in modo scrupoloso
  • Adottare una corretta tecnica di spazzolamento (non spazzolare con eccessivo vigore) e utilizzare il filo interdentale
  • Utilizzare un dentifricio per denti sensibili
  • Evitare bevande e alimenti acidi
  • Sottoporsi a pulizia professionale periodica

 

La prevenzione è ovviamente il primo passo per evitare di soffrire di sensibilità dentale: corretta igiene orale, corretta alimentazione e controlli periodici dal dentista.

 

Dott. Alberto Pujia – Dentista Roma zona  Flaminio